martedì 17 ottobre 2017

Recensione: "Passenger" di Alexandra Bracken

Buon pomeriggio, compagni di letture! Eccomi qua, non sono sparita :D Scusate ma in questi giorni ho avuto tremila cose da fare e pochissimo tempo per stare sulla blogsfera. Anche con le letture sono in modalità bradipo e devo sempre finire "Rebel. Il tradimento". Nei ritagli di tempo sono però riuscita a buttar giù il mio pensiero su "Passenger" di Alexandra Bracken, l'ultimo libro che ho letto.

Passenger #1
Editore: Sperling & Kupfer
Prezzo cartaceo: 18,90 €
Prezzo ebook: 9,99 €
Pagine: 409

Trama: In una terribile notte, la giovanissima Etta Spencer perde tutto quello che conosce e ama. Catapultata all'improvviso in un mondo sconosciuto, ha un'unica certezza: non ha viaggiato per chilometri, bensì per secoli. La sua famiglia, infatti, possiede la capacità di viaggiare nel tempo. Un'abilità di cui lei ha sempre ignorato l'esistenza. Fino a ora. Passeggera a sorpresa su una nave nel bel mezzo dell'oceano, e disposta a tutto per ritornare alla propria epoca, Etta inizia una straordinaria avventura attraverso secoli e continenti, in compagnia di Nicholas, giovane capitano della nave, alla disperata ricerca di un oggetto misterioso e di inestimabile valore, in grado salvare il suo futuro. Ma i tentativi di Etta trovare la strada di casa non fanno che trascinarla sempre più a fondo. Per sopravvivere dovrà imparare a navigare tra spazio e tempo, tradimento e amore.

Il mio pensiero: Primo capitolo di una duologia urban fantasy incentrata sul tema dei viaggi nel tempo, Passenger è sicuramente un libro che colpisce. L’originalità, la complessità dell’argomento e della trama, le splendide ambientazioni e i radicali cambiamenti di scenario sono i punti forti e i tratti più affascinanti del romanzo. Ho veramente amato tutto questo. Ciò che più mi ha colpito, e scaldato il mio cuore di archeologa, sono state soprattutto le ambientazioni, così ricche di dettagli sia nelle descrizioni di paesaggi ed edifici, che nella ricostruzione storica delle società e delle città. (Rileggere di Palmira e dell’impronta che i Romani hanno lasciato sulla città “attraverso gli occhi” dei protagonisti invece che su uno dei miei testi universitari è stato strano ma anche emozionante!).
Nonostante abbia adorato tutto ciò, non ho potuto dare una valutazione maggiore perché vi ho trovato anche il rovescio della medaglia. Di questa autrice avevo già letto anche un altro libro, “The Darkest Mind” [recensione QUI] e in entrambi i casi il mio rapporto con i suoi romanzi è stato altalenante. Ci ho messo diverse pagine per venire a capo di ciò che voleva raccontare la Bracken in Passenger e inizialmente ho fatto tantissima fatica a capire qualcosa di quello che veniva narrato. In parte per la lingua, dato che l’ho letto in inglese e lo stile e i termini usati sono piuttosto difficili (sono presenti tantissime parole e allusioni marinaresche, senza contare il fatto che i capitoli iniziali sono ambientati nel settecento e di conseguenza è presente un linguaggio caratteristico di quel secolo) e in parte a causa dell’inizio molto nebuloso e confusionario del racconto stesso. Veniamo subito gettati nella storia senza avere la benché minima idea di cosa stia succedendo e il lettore non può che sentirsi disorientato e confuso. Man mano che andavo avanti con i capitoli, però, ho percepito la storia prendere una sua forma e mi sono sentita in sintonia con essa. Mi sono abituata allo stile e l’inglese si è fatto un poco più semplice grazie al cambio di ambientazione. La parte centrale è quella che più ho adorato e che ho letto in un soffio. Arrivata verso le ultime 100 pagine, però, ho subito un’altra battuta d’arresto. Non ha aiutato il fatto che l’attenzione si sia spostata quasi unicamente sull’elemento romance, rendendo tutto il resto (la ricerca, la corsa contro il tempo, la caccia, lo spirito d’avventura e le dinamiche dei viaggi nello spazio-tempo) marginale. Non fraintendetemi, amo le storie d’amore, ma esse devono anche essere ben bilanciate con il resto della trama.
Concludo con alcune parole sui personaggi. La partenza è ottima, anche se nel finale ho avuto l’impressione che l’accuratezza delle varie sfumature caratteriali sia andata un po’ persa. Tra principali e secondari è presente una grande varietà di personaggi. Molto bello l’accento posto sulle “differenze” e le riflessioni che si possono fare su tutto il tema del confronto/incontro tra persone appartenenti ad etnie e sfere culturali diverse, oltre che figlie di secoli differenti. L’emblema principale di questo sono proprio i due protagonisti: Etta, una ragazza newyorkese del XXI secolo che si ritrova catapultata di punto in bianco in un’avventura che mai avrebbe immaginato, e Nicholas, un ragazzo nato nel Settecento da una madre di colore e un padre bianco, un signorotto con tutti i privilegi, il quale crede che tutto gli sia dovuto, anche la disponibilità della sua schiava. Due ragazzi completamente diversi sotto molti aspetti, ma che hanno in comune molto più di quanto sembra.

3 stelle e mezzo

8 commenti:

  1. Per me, la parte peggiore di Passenger è stata la storia d'amore. I personaggi in sé non mi sono dispiaciuti, ma questa tendenza all'instalove proprio non la digerisco. Poniamo un freno, per piacere. Per il resto, come hai detto tu, l'ambientazione è sicuramente uno dei punti di forza. A me è piaciuto anche il funzionamento dei viaggi nel tempo. Anche io l'ho letto in lingua originale, e sebbene abbia apprezzato che il linguaggio variasse a seconda dell'epoca e del luogo, direi che certamente non ha aiutato noi poveri lettori che l'inglese lo abbiamo come seconda lingua.

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    1. Per i personaggi e la storia d'amore ti do pienamente ragione! La mia stessa reazione. L'ambientazione è meravigliosa, infatti penso il seguito lo leggerò solo per questo XD Vero, è bello e molto elaborato anche il meccanismo dei viaggi nel tempo, però le varie spiegazioni mi hanno lasciato con alcuni punti di domanda. Per la lingua sì, questo non è fra i libri più semplici da leggere in inglese. Un po' dipende proprio anche dall'autrice. Ricordo che anche per l'altro il suo stile mi era risultato un po' macchinoso e poco scorrevole, però per le sue storie ha sempre idee di base fantastiche :)

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  2. Questa è la prima recensione non entusiasta che trovo di questo libro. Devo dire che già mi ispirava pochino, e a questo punto credo che lascerò stare: le debolezze che hai sottolineato credo che me lo farebbero odiare :P

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    1. Ahahah sì, in effetti sono stata un po' la mosca bianca della situazione XD. Anche io ho visto in giro moltissimi pareri entusiasti, ma ho anche sentito di gente che non è nemmeno riuscita a finirlo. è sicuramente un libro molto particolare e questo si riflette sui gusti dei lettori. Comunque se non ti ispirava granché già in partenza allora te lo sconsiglio.

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  3. sicuramente questo libro ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma io continuo ad essere indecisa :\ credo che se riuscissi a trovarlo scontato potrei farci un pensierino..

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    1. Hai riassunto perfettamente la situazione, Giusy :D I due aspetti si equivalgono infatti. Se poi ti capita di leggerlo fammi sapere quale sarà il tuo verdetto ;)

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  4. Lo avevo iniziato in lingua ma non ci capivo assolutamente nulla e ora ho un po' paura di leggerlo i italiano

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    1. Sì, in lingua la prima parte sopratutto fa venire il mal di testa o_O Una mia amica lo ha letto in italiano e purtroppo da quanto mi ha detto le cose non sono granché migliori. Dopo un po' ha gettato la spugna e lo ha mollato. Passato lo scoglio iniziale però si prende il ritmo. Ti consiglio di dargli una possibilità, almeno per le ambientazioni che sono meravigliose :)

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